Ribalta piemontese, epoca XVIII secolo (collezione privata).
La ribalta è lastronata in radica di olmo e intarsiata in legno di bosso, con traverse e fascie perimetrali di legno palissandro.
Il cassettone-ribalta presentava i normali segni di vetustà e degrado comuni ai mobili molto antichi.
Si riscontravano: scheggiature e “bugnature” sulle radiche e sugli intarsi dovuti all’ eccessivo riscaldamento nei mesi invernali; lievi svergolamenti nei cassetti e dell’ anta ribaltabile; consunzione delle guide dei cassetti con relativa difficoltà di scorrimento.
In particolare il mobile era ricoperto da una vernice stesa nella metà del XX secolo e diventata rossastra a causa di anomala ossidazione nel tempo. Essa annebbiava l’ originario gioco cromatico delle radiche e degli intarsi.
Si è subito appurato trattarsi di vernice autarchica in uso nella II guerra mondiale quale surrogato alla vernice gommalacca diventata allora irreperibile. Questa nuova vernice dava sul momento ottimi risultati salvo poi arrossarsi dopo circa vent’ anni.
La vernice coprente è stata asportata con adeguati solventi leggeri e con l’ ausilio di cotoni idrofili incolore, recuperando integralmente l’ originaria patina sottostante dal bel colore paglierino dell’ olmo.
La ribalta è stata successivamente verniciata a gommalacca (con la tecnica “a stoppino”) come in origine e rifinita con leggera “velatura” di cera d’ api.